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MATRIMONIO

12336-478x326Ci sarà un matrimonio.

Non sarà, ovviamente, il mio matrimonio.

Sarà il matrimonio di una persona che merita davvero tantissimo di essere felice e so che vuole davvero molto vestirsi da cono allo yogurt e godersi la sua giornata festante.

Sarà il matrimonio di una persona per la quale io ho scritto una volta un racconto che  ho provveduto a regalarle ad un compleanno: non era un racconto, anzi, era una favola. La favola di una ragazza che trova l’amore. In quel periodo lei l’amore non ce l’aveva e lo voleva tantissimo e mi era parso di buon auspicio (e poi sì, come al solito non avevo una lira per farle un regalo vero e allora beccati ‘sta sbrodolata di parole, amica bella).

Ci stiamo impegnando tutte – tutte noi, le amiche – perché lei abbia la cerimonia che sta organizzando da un anno e ci stiamo mettendo di buona lena per far sì che non ci si trasformi, noi povere idiote, in motivo d’imbarazzo per lei: perché il punto è che noi non siamo ancora abituate ai matrimoni, che nella nostra compagnia a quanto pare non ci riesce di sposarci e dunque, beh, chi cavolo lo sa cosa si deve fare e cosa non si deve fare a un matrimonio.

Serena, che è una avanti, mi ha per esempio spiegato che, per decidere come vestirmi, è importante che

1) io non metta abiti bianchi;

2) io non metta abiti neri;

3) no spalle nude in chiesa;

4) no scarpe verdi Silvia non ti azzardare;

5) dev’essere un vestito che è nuovo, quantomeno che la sposa non ha mai visto.

Quindi mi sono impegnata e ovviamente mi sono rivolta all’unica personal shopper che conosco e rispetto, ovvero la Vampira, che si è presa carico del mio outfit matrimoniale; siamo giunte insieme ad un’eccentrica combinazione di roba che potrebbe accettare di indossare, oltre me, solo Dita Von Teese. Forse. Beh, per dire, c’è di mezzo una gonna anni ’50 rosa confetto e lo so che detto così suona male ma, ehi, se la Vampira ha dato l’imprimatur io mi fido.

Ah, io dal canto mio mi sono offerta per tagliare ed acconciare i capelli di tutte le sciure della festa a prezzi ribassati; mi rendo conto che sia strano che la tizia che non è capace di scegliersi i vestiti da sola sia anche la parrucchiera ufficiale, ma tant’è.

Il vestito bianco l’ho visto, ovviamente. Io ho una perversa passione per gli abiti da sposa, mi piacciono molto. Mi piace il rumore che fanno quando si muovono e poi nella mia mente immagino sempre cagnolini allegri che giocano a rotolarsi nelle onde di tulle della gonna. Non so perché.

Comunque io non mi sposerei con un abito bianco, cioé, lo sporcherei subito credo. Nel caso mai mi sposassi, mi sposerei in jeans.

Ma lei no, lei lo vuole e lo avrà e avrà anche il mio silenzio in chiesa e poi starò composta a tavola e Serena non dirà cose a sproposito e nessuna di noi si metterà a cantare “I’m a bitch I’m a lover” al terzo bicchiere di vino e non ci toglieremo le scarpe coi tacchi sotto il tavolo e non parleremo di politica litigando con parenti sconosciuti dello sposo e no, sicuramente nessuna di noi cercherà di farsi lo sposo nel gabinetto degli uomini.

Siamo molto determinate. Io sarò vestita come Betty Boop, è ovvio che abbia preso la questione sul serio.

E poi si sa, le favole altrui vanno preservate; anche più delle nostre.

(Se qualcuno volesse soddisfare la MIA favola prediletta io sono disposta a fare una minuta descrizione, si sappia solo che ci sono di mezzo una vasca piena di palline di plastica, dei pony pezzati e la pizza più grande di tutti i continenti, non è facile ma è possibile. Astenersi perditempo).